Una riflessione senza genere
Il 25 novembre si celebra la Giornata Internazionale per l’abolizione della violenza contro le donne.
Violenza perpetrata dal mondo maschile per lo più, in base forse a modelli culturali o educativi.
Violenza inaudita, certo da combattere.
In queste poche righe voglio però fare una riflessione “controcorrente” ponendoti due domande. Ecco la prima:
QUANTE VOLTE TU DONNA SEI STATA VITTIMA DI “VIOLENZA” DA PARTE DI UN’ALTRA FEMMINA?
La titolare della tua azienda, manager in carriera, la collega che ha cercato di farti le scarpe, l’insegnante che non ha stimolato le tue potenzialità o compreso le tue difficoltà? L’amica che ti racconta di quanto sia insopportabile suo marito perché non si ricorda la data dell’anniversario quando magari tu sei stata tradita o lasciata? La vicina di casa che continua a chiederti “quando allargate la famiglia?” quando un figlio proprio non vuole arrivare?
E potrei andare avanti con molti altri esempi…

Certo, ma non sono violenze fisiche, starai pensando. Vero! Ma sono comunque violenze, che “lavorano” dentro di noi, incidono sul nostro benessere. Sfido chiunque a dire che non hanno un peso sulla nostra serenità! Da floriterapeuta e farmacista sostengo che la medicina (sia tradizionale sia naturale) possa aiutare molto, ma senza la consapevolezza di sé qualsiasi rimedio sarà vano.
Dobbiamo comprendere che spesso noi donne non conosciamo la solidarietà di genere, che l’indelicatezza o la ricerca ambiziosa del successo non appartengono solo al genere maschile. Ed ora la seconda domanda:
QUANTE VOLTE TU DONNA TI FAI VIOLENZA DA SOLA?
Ad esempio…
- Quando corri ogni giorno per accompagnare i figli a calcio, nuoto, chitarra (perché devono diventare dei piccoli geni!)
- Quando non chiedi aiuto al tuo compagno nella gestione della casa
- Quando al lavoro sgobbi come un uomo, più di un uomo, nella modalità di un uomo!
- Quando elemosini attenzioni sentendoti inadeguata
- Quando … Aggiungine tu un altro, la lista è davvero variegata!
Sensibilizzare la società nel riconoscere e perseguire l’orrore della violenza contro le donne è doveroso.
Ma è altrettanto importante ricordare che il “maschile malato” è una piccola parte, che esistono colleghi, amici, papà e compagni splendidi, con cui è possibile costruire relazioni di fiducia, stima ed affetto quando siamo in equilibrio con il nostro “essere femmina”. Altrimenti creiamo solo distanziamento.
Ecco, certamente il mio primo pensiero in questa giornata va alle donne che hanno subito violenza o che ancora la stanno subendo, in qualsiasi forma essa si presenti: di genere, fisica, verbale, psicologica, sessuale, economica… E tutte altre.
Ma subito dopo invio un grazie sincero alle amiche da cui ogni giorno ricevo sostegno ed affetto ed agli uomini, che con la loro diversità (perché siamo oggettivamente differenti!) quotidianamente mi mostrano la possibilità di un sentire differente, ma complementare.

Un passo contro la violenza di genere?
La mia idea è semplice quanto ancora acerba, nella nostra modernissima società: educare i bambini al fatto che uomini e donne non sono uguali, che le emozioni non sono espresse in modo analogo e guidare gli adolescenti al dialogo ed alla scoperta reciproca.
Poi c’è anche un mio sogno personale…
L’abolizione delle quote rosa! Non mi pare interessante il sesso di chi mi governa!
Trovo più importanti preparazione, empatia, onestà, doti che sono ritrovabili sia in donne che in uomini. Senza distinzione di genere!
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