Natale è: leggende sulle piante! Giuliana 6 Dicembre 2022

Natale è: leggende sulle piante!

agrifoglio

Anche se il Natale cade in pieno inverno, quando il mondo vegetale è per lo più a riposo, vi sono piante e fiori che donano un tocco di colore e vivacità.

Vi sono molte leggende a riguardo e te ne voglio raccontare qualcuna: le storie piacciono a tutti e non hanno età!

Iniziamo così…

LA LEGGENDA DELLA ROSA DI NATALE

L’Helleborus niger è detta anche rosa di Natale perché i suoi fiori sbocciano a partire da dicembre.

Si narra che i re Magi erano giunti alla grotta seguendo la cometa e portando i loro doni.

Lì vicino vi era una pastorella che, vedendo l’oro luccicante e sentendo gli aromi profumati, si disperò perché non aveva nulla da regalare. Mentre piangeva, vide sbocciare alcuni fiori bianchi dalle antere dorate: le rose di Natale, che potè donare al Bambino Gesù.

IL LUNGO VIAGGIO DELLA STELLA DI NATALE

Questa pianta è oggi molto diffusa, ma ha origine esotica. Fu scoperta nel 1520 dagli Spagnoli, osservando le canoe degli Aztechi ricolme di doni destinati al sovrano Montezuma: c’erano frutti e fiori, comprese le stelle di Natale.

Solo nel 1825 però, l’ambasciatore degli Stati Uniti in Messico ne portò alcuni esemplari nella sua casa, per coltivarla. Nel Novecento si diffuse l’uso di regalarla per Natale, prima in America e quindi in Europa.

Le sue brattee a raggiera, dapprima rosa, raggiungono una tonalità rosso accesa intorno al solstizio d’inverno, come un fuoco che illumina la notte.

DAI CELTI: LA LEGGENDA DEL VISCHIO

Per le feste di Natale si appende un rametto di Viscum Album agli usci delle case, come amuleto contro le disgrazie. Guai però a toccarlo con le mani e soprattutto con la sinistra: si attirerebbe la malasorte! Se si passa in dolce compagnia sotto un vischio, ci si deve baciare, perché se la ragazza non riceve il bacio rituale non si sposerà nell’anno successivo.

Molte di queste usanze giungono dal mondo dei Celti, che ritenevano il vischio una pianta misteriosa donata dagli dei perché non aveva radici e cresceva sul ramo di un’altra pianta. Dicevano che nasceva laddove era caduta una folgore, simbolo della discesa divina e di immortalità.

Se ti stanno venendo in mente altri racconti e hai voglia di condividerli con me… Scrivimi! Sono curiosa!

DAI ROMANI: UN RACCONTO SULL’AGRIFOGLIO

Gli antichi Romani portavano i ramoscelli di agrifoglio durante i Saturnali, nei giorni prima del solstizio di inverno, perché sostenevano che piantare l’albero vicino alla casa teneva lontano i malefici (forse perché le sue foglie coriacee con spine appuntite davano loro un’idea di difesa). I frutti di color rosso vivo persistono per tutto l’inverno e sembrano augurare un nuovo anno felice.

Con i fiori bianchi dell’agrifoglio si prepara un fiore di Bach, Holly, che ha il compito di riequilibrare la rabbia esplosiva e la gelosia e di riempire il cuore di amore. Ne hai già sentito parlare? O te lo hanno già consigliato in qualche situazione?

Pensa che ho trovato un articolo (di qualche anno fa) anche sul Cosmopolitan che ne parla 🙂

E chiudiamo questa breve raccolta con…

IL CIOCCO DI NATALE

In alcune zone della Toscana, la sera della Vigilia, ogni famiglia metteva nel camino un ciocco di quercia recitando parole di buon auspicio.

Si diceva che il ceppo servisse per scaldare il bambino Gesù. Doveva bruciare fino all’alba, ma non consumarsi del tutto, perché si doveva riaccendere ogni notte fino all’Epifania, perché portasse fortuna. I suoi resti poi si mettevano sotto terra, per proteggere il raccolto dalle tempeste.

Ho preso spunto, per questi racconti, da un libro: Florario, di Alfredo Cattabeni, che narra miti e leggende di fiori e piante.

Lettura consigliata!

Ma anche i nostri anziani raccontano di tradizioni passate: i mandarini posti sulla credenza come dono di Natale o l’uva conservata come auspicio di prosperità per il nuovo anno. Se socchiudi gli occhi, forse anche a te pare di udire il racconto di un nonno sul Natale dei tempi che furono!

E allora… Buon tempo di Avvento! 

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